In questo particolare paese può capitare che uno scrittore talentuoso, giovane, “moderno” venga ricordato più per le circostanze della sua morte che per le sua opere, nonostante queste dovrebbero essere inserite nei programmi scolastici e di diritto nel patrimonio letterario italiano. Nonostante inoltre tali circostanze di morte siano state tenute nascoste e smentite dalla sua rigida e cattolica famiglia. Ma Pier Vittorio Tondelli non è solamente l’icona di una generazione falcidiata in silenzio da una terribile malattia.
Nato a Correggio il 14 settembre 1955, da una famiglia contadina e credente, è cresciuto a livello letterario e universitario sotto i portici di Bologna, in quella facoltà che era il DAMS all’epoca di Umberto Eco criticato dalle generazioni ribelli di quegli anni e che consentì a Tondelli di intrecciare le sue due principali passioni e doti, teatro e letteratura. Era quindi nel luogo in cui gli anni Settanta finivano e gli Ottanta incominciavano. Bologna in quegli anni era la scoperta dell’arte contemporanea, della musica elettronica, il rock demenziale degli Skiantos e la nascita dei graphic novel. Nel 1979 Tondelli mandò a Feltrinelli il manoscritto di Altri libertini, sei racconti concatenati in un’opera che, per mancanza di altre parole, si continuò a chiamare romanzo nonostante per struttura non possa essere definito tale. Un’opera da un linguaggio completamente diverso dai canoni tradizionali, scurrile, oltraggioso, che rappresenta quel fervore generazionale e culturale in movimento ben rappresentato da Tondelli. Un percorso che proseguì con altre opere che incarnano quella narrazione della realtà vivendoci dentro, dalla stessa prospettiva, di cui Tondelli era maestro. Come il cameratismo maschile e ambiguo di PaoPao, insieme all’irriverenza verso l’ordine gerarchico e sistemico. Sino alla narrazione finale di un amore diverso, in un contesto però perfettamente contemporaneo e introspettivo, di una delle opere più famose di Tondelli in Camere Separate.
L’opera probabilmente più completa di Tondelli, che mette in luce le sue radici dalla provincia emiliana, l’aver vissuto e studiato nella città più cosmopolita e rappresentativa degli anni Ottanta italiani e il suo spirito internazionale figlio dei suoi viaggi postandosi di continuo tra Milano, Londra, Bologna, Firenze, Amsterdam e, soprattutto, Berlino. Camere Separate oltretutto mette in evidenza le ambivalenze di Tondelli, essendo anche di carattere autobiografico: un intellettuale ma scriveva di feste, era di sinistra ma non era ideologico, era cattolico ma scriveva di sesso e droga ecc. Contraddizioni mai perdonategli dalla comunità LGBTQIA+ italiana sua contemporanea, in quanto non era un personaggio televisivo o esposto come Aldo Busi o altri di quegli anni, oltre alla riservatezza sulla sua malattia ed essere distante dai canoni della comunità dell’epoca.
Tondelli però ha un posto d’onore negli scrittori della nostra comunità, nella narrazione letteraria degli amori e nella perfetta rappresentazione di un’epoca che vide la liberazione sessuale nel nostro paese. Non a caso Un Weekend postmoderno, una raccolta dei suoi racconti sugli anni Ottanta, è considerata una delle più rappresentative di quel periodo e proietta Tondelli anche come precursore della globalizzazione e del mondo post caduta del Muro. Una delle più grandi eredità di Tondelli è l’aver avviato il progetto Progetto Under 25 a Milano,un progetto letterario che portò il giovane scrittore a far crescere e maturare una più giovane generazione di scrittori e pubblicisti. Questo suo forte legame con i giovani, anche dopo al morte, lo abbiamo visto nell’evento organizzato dalla nostra associazione a Prato presso il Circolo Arci G. Rossi ospitando Enos Rota, amico intimo e contemporaneo di Tondelli. Un appuntamento interessante e commuovente, tra aneddoti e narrazione sull’uomo Tondelli e sullo scrittore, che ha mostrato dalla grande partecipazione l’importanza nell’immaginario e pantheon culturale collettivo in molte generazioni.
Nonostante la sua riservatezza, nonostante le radici cattoliche della famiglia e la sua personale spiritualità, nonostante la sua riservatezza sui suoi amori e sulle sue avventure carnali e sulla sua malattia, Tondelli è uno dei più rappresentativi scrittori della nostra comunità nel nostro paese, un degno erede di Pasolini con meno rabbia e fervore che solo una malattia silenziosa e a lungo ignorata ha stroncato nel fiore degli anni.
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